In occasione della Giornata dell'Impegno e della Memoria in ricordo delle vittime innocenti delle mafie l’istituto comprensivo I di Camaiore e l’Associazione Culturale B-SIDE, con il patrocinio del Comune di Camaiore organizzano LEGALITIAMO - PELLICOLE DI MEMORIA, una serie di incontri legati al tema della legalità e della lotta alla mafia, proiezioni e incontri con professionisti del settore e con le associazioni LIBERA e ADDIO PIZZO.
La rassegna, che si terrà presso il Cinema Borsalino, è rivolta agli studenti di ogni ordine e grado, a partire dalla 5a elementare fino alle ultime classi del Liceo Chini MIchelangelo con una proposta legata alla produzione cinematografica italiana degli ultimi anni.
CALENDARIO
GIOVEDì 22 MARZO, ORE 9:30 e VENERDÌ 23 MARZO, ORE 9:30 (con la presenza dell'associazione Addio Pizzo)
VELENO
di Diego Olivares, alla presenza del regista e del dott. Giovanni Balestri, geologo (indicato per Scuole medie e superiori)
Veleno porta in scena il dramma di un territorio violato, contaminato dai veleni che criminali senza scrupoli hanno disseminato in buona parte del casertano. In un piccolo centro di quella provincia, un'umile famiglia di agricoltori rifiuta di lasciare che i suoi terreni diventino una discarica a cielo aperto. Cosimo Cardano (Massimiliano Gallo) e sua moglie Rosaria (Luisa Ranieri) lottano contro la piaga dei rifiuti tossici, senza lasciarsi piegare dalle minacce e ripercussioni da parte di alcuni esponenti della camorra, tra i quali il giovane avvocato Rino (Salvatore Esposito). Se la coppia non vuole staccarsi dalle proprie radici, né abbandonare la terra a un potere mafioso che corrompe e distrugge, Ezio, fratello di Cosimo, e sua moglie accettano di essere complici della devastazione dei loro territori, attratti da facili guadagni e spaventati dalle conseguenze di un'opposizione. A complicare ulteriormente le cose è la grave malattia di Cosimo causata dal veleno che contamina l’acqua, i raccolti, il bestiame. La storia di Cosimo diventa la sintesi delle piccole e grandi contraddizioni di una terra abbandonata a se stessa, dove l’unico potere riconosciuto è quello criminale.
GIOVEDì 22 MARZO - ISTITUTO COMPRENSIVO I
Incontro con l'associazione Addio Pizzo
Incontro rivolto agli studenti della scuola secondaria di primo grado
LUNEDì 26 MARZO, ORE 9,30
LA NOSTRA TERRA di Giulio Manfredonia - interviene l'assessore Anna Graziani
Una storia ispirata alle esperienze delle cooperative nate sulle terre confiscate alle mafie in molte zone d'Italia. Nicola Sansone è proprietario di un podere nel Sud Italia che viene confiscato dalla Stato e assegnato a una cooperativa, che però non riesce - per celati o dichiarati boicottaggi - ad avviare l'attività. Per questa viene mandato in loro aiuto Filippo (Stefano Accorsi), un uomo che da anni fa l’antimafia lavorando in un ufficio del Nord, e quindi impreparato ad affrontare la questione “sul campo”. Numerosi sono gli ostacoli che Filippo incontra, e spesso deve resistere all’impulso di mollare tutto: lo trattengono il senso di sfida e le strane dinamiche di questa cooperativa di insolite persone cui inizia ad affezionarsi, in particolar modo Cosimo (Sergio Rubini) l’ex fattore del boss e Rossana, la bella e determinata ragazza che forse ha un passato da riscattare. In un ribaltamento di ruoli, tra sabotaggi e colpi di scena, non appena le cose iniziano ad andare quasi bene, al boss Nicola Sansone vengono concessi i domiciliari. Riuscirà l’antimafia a trionfare?
MARTEDì 27 E MERCOLEDì 28 MARZO, ORE 9,30
FORTAPASC di Marco Risi
Nel 1985 Giancarlo Siani viene ucciso con dieci colpi di pistola. Aveva 26 anni. Faceva il giornalista, o meglio era praticante, abusivo, come amava definirsi. Lavorava al Mattino, prima da Torre Annunziata e poi da Napoli. Era un ragazzo allegro che amava la vita e il suo lavoro e cercava di farlo bene. Aveva il difetto di informarsi, di verificare le notizie, di indagare sui fatti. E' stato l'unico giornalista ucciso dalla camorra. Noi qui lo seguiamo negli ultimi quattro mesi della sua vita. La sua ultima estate quando, dal Vomero, dove abitava, tutti i giorni scendeva all'inferno di Torre Annunziata, regno del boss Valentino Gionta. Tutto, in quel periodo, ruotava intorno agli interessi per la ricostruzione del dopo terremoto e Giancarlo vedeva. E capiva. Lo vediamo muoversi fra camorristi, politicanti corrotti, magistrati pavidi, e carabinieri impotenti, come un giglio nel fango.