È stato presentato il nuovo museo dedicato all’artista statunitense Harry Jackson a Capezzano Pianore, che ha legato in maniera indelebile la sua carriera artistica con il territorio di Camaiore. Un momento che innalza ulteriormente la qualità artistica del nostro Comune, donando alla cittadinanza uno spazio museale dove sarà possibile ammirare molte opere di Jackson, conoscere la sua vita personale e artistica e osservare alcuni filmati che contribuiscono a immergersi all’interno della sua dimensione espressiva.

Harry Jackson nasce a Chicago (USA) il 18 Aprile 1924 e dopo una lunga, ricca e tumultuosa vita, muore il 25 Aprile 2011 - all’età di 87 anni appena compiuti - a Cody (città fondata da Buffalo Bill) nel Wyoming. Studia all’Istituto d’Arte di Chicago e, a 14 anni lascia la famiglia per andare a fare il cowboy nel Wyoming, le cui sconfinate praterie e la vite rude dei mandriani lo hanno sempre attratto. Qui continua a coltivare la sua passione per la pittura e comincia a ritrarre i suoi amici cowboy. A 18 anni, si arruola volontario nel corpo dei Marines. Prende parte alla II Guerra Mondiale con l’incarico di War Artist e partecipa alle Battaglie di Tarawa e Saipan nel Pacifico, dove viene gravemente ferito alla testa. I postumi di queste ferite gli causano gravi problemi di salute e comincia ad avere frequenti attacchi epilettici, che lo affliggono per tutta la vita. Alla fine della guerra, si reca a Los Angeles dove per un certo periodo lavora per i grandi Studios Cinematografici e per la Radio. Nel 1948 si trasferisce a New York dove riprende a studiare arte e è qui che comincia a frequentare gli ambienti artistici dove incontra fra gli altri anche il pittore Jackson Pollock, del quale diventa grande amico. Nel 1951 partecipa alla "Mostra della 9a Strada" che sposta il centro del mondo dell'arte da Parigi a New York. La visione cosmica di questa mostra - caratterizzata al massimo dai grandiosi dipinti "a gocce" di Pollock - trasforma per sempre il linguaggio globale dell'arte e lo introduce fra i pittori emergenti dell’epoca. Il 9 luglio 1956 LIFE Magazine pubblica un reportage fotografico di nove pagine dal titolo “Harry Jackson Prende Una Strada Difficile”, dove viene celebrato il suo abbandono dell'espressionismo astratto di Jackson Pollock. In un viaggio in Italia approfondisce gli studi su Tiziano e gli altri Maestri del Rinascimento e inizia a dipingere opere ispirate da questa esperienza. Nella mostra viene messo in evidenza un suo grande dipinto Italian Bar - splendido ritratto di gruppo a grandezza naturale della Famiglia di don Vito Genovese, che aveva un bar proprio sotto lo studio di Jackson a New York-Little Italy. Nel gennaio 1957 grazie a una borsa di studio, si reca in Italia e aggiunge la scultura all’arte della pittura, trasferendosi da Firenze a Pietrasanta dove comincia a lavorare con le più importanti fonderie della zona. In seguito costruisce la sua abitazione/studio e la sua fonderia di bronzi privata a Camaiore-Via per Monteggiori. La fonderia cessa l'attività nel 1989, ma egli mantiene il suo grande studio privato e l’abitazione dove vive e lavora per circa quattro mesi l'anno e dove nascono tutti i suoi cinque figli. Ispirato dalla figura di John Wayne, di cui è grande amico, crea il “Marshal”, un’opera che ritrae l’attore nella famosa interpretazione dello Sceriffo Rooster Cogburn nel film “Il Grinta” e che viene pubblicata sulla copertina di Time Magazine. In seguito, nella sua fonderia privata, crea la scultura monumentale in bronzo John Wayne-The Horseman, sempre ispirata alla figura dell'attore e che si trova in Wilshire Boulevard a Los Angeles. La sua carriera artistica spazia per 6 decenni, con lavori che coprono un incredibilmente vasto raggio: dalle prime opere create nei Marines come combat-artist, attraverso l’espressionismo astratto, fino alla sua celebratissima arte western. Lascia in tutti coloro che lo hanno conosciuto o semplicemente incontrato, un segno indelebile non solo come grande artista, ma come uomo dalla personalità incredibile. I suoi lavori si trovano in numerosi musei e nelle maggiori collezioni private mondiali.

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