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LE POLITICHE PER LE PARI OPPORTUNITA'
Negli ultimi trent’anni la condizione femminile del nostro Paese è molto cambiata con la conquista di sempre più alti e significativi traguardi e con il superamento di ritardi e arretratezze, grazie all’azione congiunta delle donne impegnate nel mondo della politica, delle parti sociali, delle organizzazioni del lavoro, delle associazioni femminili e della società civile nel suo complesso, e grazie anche all’adozione di politiche attive da parte dei governi e delle forze parlamentari, che hanno recepito le normative e le prassi che in ambito internazionale venivano delineandosi, e non da ultimo grazie al lavoro degli organismi di parità.
In Italia, la partecipazione delle donne ai diversi ambiti di attività, rappresenta uno dei cambiamenti più profondi: è aumentata l’occupazione femminile (anche se spesso non in termini di qualità), si è avuto il sorpasso delle donne nel campo dell’istruzione, sono cadute le barriere nell’accesso alle professioni in tutti i paesi occidentali, così come si è assistito ad una crescente affermazione delle donne nel mercato del lavoro, dovuta prevalentemente all’elevarsi dei livelli di scolarizzazione e allo sviluppo del lavoro flessibile ed atipico, che ha incentivato l’accesso delle donne soprattutto verso quelle occupazioni intellettuali e di tipo impiegatizio, così come ai ruoli di libera professione e di imprenditorialità.
Da qualche anno, inoltre, alcune leggi dello Stato e la stessa creazione di un Ministero per le Pari Opportunità mettono le donne, che spesso devono assolvere al doppio ruolo di madre e lavoratrice, nelle condizioni migliori per entrare nel mondo del lavoro e tentare di raggiungere posizioni di responsabilità.
È stata approvata da parte della Camera nel mese di settembre 2006, la legge comunitaria 2006 che ha permesso il recepimento di 116 direttive europee, tra le quali il Ministero per i Diritti e le Pari Opportunità ha sollecitato e ottenuto l’introduzione della direttiva organica europea contro le discriminazioni per ragioni di genere in ambito lavorativo che ha consentito di allineare la nostra legislazione con i parametri europei.
Le politiche hanno bisogno di comunicare. Quelle di genere più delle altre, perché le pari opportunità non sono a sufficienza nelle agende dei decisori, perché deve ancora diffondersi e consolidarsi una cultura di rispetto e attenzione alla differenza, perché ci sono ancora tante forme di discriminazione e violenza da combattere, perché i luoghi del potere sono ancora profondamente segnati dall’assenza delle donne, perché i mezzi di comunicazione di massa promuovono un’immagine femminile anacronistica e spesso offensiva.
Le donne partono svantaggiate perché troppo spesso continuano a portarsi dietro il retaggio di una cultura che le vuole ancorate solo all’ambito familiare e poco inclini a maneggiare denaro, ad occuparsi del mercato, a tenere le fila dell’economia e quindi è giusto che vadano sostenute a partire dall’autostima.
Soprattutto è importante un luogo di comunicazione pratico come quello virtuale che funzioni da comunità di scambio, informazione, servizio, promozione e cooperazione fra istituzioni e società civile, prima fra tutti quella femminile (la radio e Internet diffondono infatti meglio di altri mezzi i temi di comunicazione e diffusione delle pari opportunità tra donne e uomini, ma perché la società possa avvalersi del contributo delle donne in ogni ambito della vita, pubblica e non, occorre promuovere un cambiamento culturale che agisca a tutti i livelli. Le leggi possono agevolare il mutamento, ma non possono da sole modificare le attitudini individuali).
Una comunicazione istituzionale chiara ed efficace può essere uno strumento per le pari opportunità e dovrebbe essere orientata verso questo settore: una comunicazione più presente e attenta all’universo femminile.
Comunicare le pari opportunità dovrebbe essere inteso come contributo al cambiamento dei comportamenti e delle mentalità. Occorre considerare il comunicare le pari opportunità nella sua forma di strumento e stimolo per instaurare, rinforzare e garantire una relazione dialettica tra i concetti di differenza tra generazioni, tra sessi ed equità e così si dovrebbe promuovere la sensibilizzazione e la comunicazione di genere su queste tematiche, puntando alla valorizzazione dell’identità di genere e dell’immagine femminile nella comunicazione istituzionale.
Per le amministrazioni pubbliche, leggere i fenomeni in un’ottica di genere e intervenire di conseguenza è conveniente e significa valorizzare le persone, donne e uomini.
IL REGOLAMENTO PER LE PARI OPPORTUNITA'
In data 05/04/2023 è stato approvato, con deliberazione consiliare n. 26, il nuovo regolamento comunale della Commissione per le Pari Opportunità.
LA COMMISSIONE PER LE PARI OPPORTUNITA'
Con deliberazione di Consiglio Comunale n. 83 del 25 ottobre 2023 sono state elette membro della Commissione per le Pari Opportunità le seguenti candidate: Mian Valentina (Presidente), De Ranieri Sabrina (Vice Presidente), Sacchettini Barbara (Segretario), Avena Simona, Borrello Patrizia Lorella, D'Alessandro Paola, Del Greco Karen, Giordano Marzia, Pardini Serena, Seppia Patrizia.
IL CONSIGLIERE DELEGATO
Il Consigliere comunale delegato alla Promozione delle Pari Opportunità è la Prof.ssa Gloria D'Alessandro.
CONTATTI
Le commissarie e il Consigliere delegato alla promozione delle Pari Opportunità possono essere contattate attraverso l'Ufficio Servizio 02 - UO Segreteria Generale, scrivendo al seguente indirizzo di posta elettronica: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure telefonando a uno dei numeri sopra indicati.
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Pari Opportunita
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Locandina generale 2023
REGOLAMENTO DELLA COMMISSIONE PER LE PARI OPPORTUNITA'
Avviso pubblico - Commissione Pari Opportunità 2023