STAGIONE TEATRALE 2021/22
Da Davide Toffolo a Gennaro Cannavacciuolo, da Milena Vukotic a Ginevra di Marco e Gaia Nanni, da Anna Meacci con Daniela Morozzi e Chiara Riondino ad Ascanio Celestini.

Dal 16 dicembre al 13 aprile la nuova stagione del Teatro dell’Olivo propone nove spettacoli (il primo è fuori abbonamento) che spaziano dalla commedia all’italiana agli omaggi musicali e al teatro canzone, con una particolare attenzione all’universo femminile e all’attualizzazione della memoria storica, sociale ed artistica.

Un cartellone che nasce, come sempre, dalla collaborazione tra l’amministrazione comunale di Camaiore e la Fondazione Toscana Spettacolo onlus.

Ad inaugurare la stagione, giovedì 16 dicembre, L’ULTIMO VECCHIO SULLA TERRA di e con Davide Toffolo (appuntamento fuori abbonamento).

Lo spettacolo è tratto dal libro a fumetti uscito per Rizzoli Lizard L’ultimo vecchio sulla Terrale storie di un maestro disegnate da un suo allievo, che Davide Toffolo ha dedicato alla figura del leggendario outsider romano, Remo Remotti. Poesie e racconti riportati dal vivo per ridere e pensare circa la nostra condizione di esseri umani. La musica dei Tre Allegri Ragazzi morti e di Mr. Island sostiene una performance fatta di fumetti, parole e musica.

Con VOLARE. Concerto a Domenico Modugno, martedì 11 gennaio Gennaro Cannavacciuolo ci farà fare un tuffo emozionante nella storia della grande canzone italiana. Il recital propone in una reinterpretazione personale le varie strade musicali percorse da Modugno. Dalle canzoni dialettali e macchiettistiche, fino ai monologhi teatrali e al suggestivo dialogo tra madre e figlio tratto dalla commedia musicale Tommaso D’Amalfi di Eduardo de Filippo. Dalle canzoni d’amore più famose lanciate da Modugno all’ormai inno nazionale Nel blu dipinto di blu, alternando sapientemente momenti comici e melanconici, aspetti gioiosi e suggestive evocazioni poetiche.

Giovedì 27 gennaio, già Premio Pulitzer e film da quattro Oscar, A SPASSO CON DAISY di Alfred Uhry andrà in scena per la regia di Guglielmo Ferro, con Milena Vukotic che darà vita all’anziana Daisy in una storia delicata e divertente capace di raccontare con umorismo un tema complesso come quello del razzismo nell’America del dopoguerra. L’adattamento di Mario Scaletta, grazie a trovate semplici ma particolari, dà corpo a una commedia leggera, piena di ironia, di grazia e respiro.

Ascanio Celestini sarà in scena mercoledì 9 febbraio con la sua RADIO CLANDESTINA. Roma, le Fosse Ardeatine, la Memoria. Uno spettacolo di culto, l’affermazione dell’unicità dell’artista romano e l’importanza di raccontare ancora una storia che appartiene al nostro passato e che si riflette nel nostro presente. Il racconto della lotta partigiana e dell'occupazione nazista della capitale, parte dal libro di Alessandro Portelli L'ordine è stato già eseguito, dando così voce a quella memoria orale della storia che ancora racconta quei giorni in maniera viva, diretta e non rovesciata.

A seguire, giovedì 17 febbraio, LE FERITE DEL VENTO di Juan Carlos Rubio per la regia Alessio Pizzech, con Cochi Ponzoni e Matteo Taranto. Nel perfetto ordine degli oggetti, uno scrigno chiuso ermeticamente attira l’attenzione di Davide, che al suo interno scopre una corrispondenza ingiallita nel tempo che custodisce un segreto inimmaginabile. Ne nasce un duello teatrale in cui si ricostruiscono i tratti di un uomo che il figlio stenta a riconoscere come suo padre. Carlos Rubio ci porta nel labirinto di un legame misterioso, senza limiti di spazio e tempo.

Mercoledì 2 marzo sarà la volta di DONNE GUERRIERE con Ginevra Di Marco e Gaia Nanni per la regia di Gianfranco Pedullà. Uno spettacolo di teatro/canzone, con musica dal vivo e arrangiamenti di Francesco Magnelli e Andrea Salvadori, che rende omaggio alle vere combattenti del nostro tempo. Donne che con le loro scelte e la loro stessa vita sono divenute pagine autentiche e indelebili di quella memoria culturale fatta di canzoni tramandate di bocca in bocca, generazione dopo generazione. Dialoghi, monologhi e canzoni, si alterneranno ribadendo una cultura alternativa a quella dominante.

Mercoledì 16 marzo, con Chiara Francini e Alessandro Federico, COPPIA APERTA QUASI SPALANCATA di Dario Fo e Franca Rame porta in scena la psicologia maschile e la relativa insofferenza al concetto di monogamia. Rappresenta uno degli spettacoli più popolari degli anni ottanta in Italia. In Germania ha riscosso un tale successo da essere proposta in ben 30 teatri contemporaneamente.

In cartellone venerdì 1 aprile anche Paolo Triestino, Edy Angelillo e Giancarlo Ratti in QUE SERÀ di Roberta Skerl. Tre amici, da sempre e per sempre. Una cena d’estate tra profumi e note brasiliane, perché l’allegria non manchi. Il tutto in un giardino ad accogliere le parole, le risate e i pensieri di Filippo, Giovanni e Ninni. Improvvisamente tutto cambia perché qualcosa di imprevisto accade e porta a chiedere cosa siamo disposti a fare per il nostro migliore amico. Que serà, è uno straordinario racconto di amicizia e, soprattutto, di vita. Roberta Skerl affronta con ironia, poesia e leggerezza, temi scomodi ma di grandissima attualità.

A chiudere la stagione, mercoledì 13 aprile, LE RAGAZZE DI SAN FREDIANO con Anna Meacci, Daniela Morozzi e Chiara Riondino, dal romanzo di Vasco Pratolini. Le ragazze a cui Pratolini dedica il romanzo sono un gruppo di giovani donne che decidono una beffa ai danni del rubacuori del quartiere, in un'epoca in cui ribellarsi ai soprusi degli uomini è davvero difficile. Ed è proprio da questo spirito e da questo titolo così evocativo che le tre artiste fiorentine hanno deciso di ripartire, per un omaggio alla città e all'universo femminile. L’idea dello spettacolo è nata nel periodo di chiusura delle sale, momento in cui le tre protagoniste hanno pensato ad una vera e propria tournée di fronte ai teatri che ha subito suscitato l’interesse del pubblico.

Tutti gli spettacoli iniziano alle ore 21

Info biglietti e abbonamenti

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teatroLa storia del Teatro dell'Olivo

Il Teatro dell´Olivo sorge nel luogo che un tempo ospitava un tiratoio della lana; costruito nel corso del ‘500, il tiratoio fallì e il suo proprietario fuggì dalla città.

Nel 1649 l’Accademia dei Deboli, una associazione formata da un gruppo di cittadini di Camaiore, chiese di riaprire l’edificio, in modo che potesse ospitare commedie e altre rappresentazioni sceniche. A partire dal 1720 furono fatti alcuni interventi sull’edificio: vennero costruiti i primi palchetti e fu realizzato il paco; nel 1753 furono aggiunti 12 palchetti nel primo ordine e 5 nel secondo ordine.

Ma il momento di vera rinascita per il teatro fu il 1772, in occasione della nascita della Compagnia del Teatro dell’Olivo, che così spiega i propri intenti e scopi: “Scegliendo noi un ramoscello carico di Olive per simbolo della società in perpetuo fissare ad oggetto di formare e conservare un buon teatro, e una buona comica, di adombrar pretesimo due gran motivi da quali ebbemo il più forte impulso ad accingerci ad una così ardua impresa. Il prezioso sugo di queste frutte benefiche, o cambiato in balsamo o usato in condimento rinvigorisce le Membra; e per lui si rischiarano i luoghi più tenebrosi delle notturne fiammelle, alle quali serve di nutrimento.

Concorrendo i nostri Popolani a godere i pubblici spettacoli, i quali noi colla possibil convenienza daremo in Teatro, e obbligati quivi a mischiarsi e trattarsi scambievolmente, a divertirsi insieme, a sentirsi mossi da medesimi affetti, o disuniti si uniranno, o uniti sempre più si rassoderanno nella buona corrispondenza: mentre amore la più nobile e delicata tra le Passioni umane, non più fatto e più soave fa sentirsi al cuore d’allor quando vien esso inondato e ammollito dal genial Piacere. Ed ecco il primo benefizio. Che se poi abbiamo riguardo allo splendor della Patria ci lusinghiamo che i nostri Progetti gioveranno non poco ad accrescerlo.

E non è egli vero che una bene accostumata e ben esercitata Gioventù suole in gran parte costituire questo splendore? E qual cosa tanto contribuisce a ben formare lo spirito de Giovani quanto l’uso e l’esercizio Teatrale? Per esso si acquista da loro concretezza di spirito e buona maniera , facilità di discorso e scioltezza di membra, aborrimento a vizi i quali si vedon puniti, stima per le virtù le quali si osservan premiate, e mille e mille altre ottime parti. Ed ecco il secondo beneficio Piaccia a Dio che i nostri disegni abbiano il suo effetto mentre noi per dare a loro ogni possibile fondamento passiamo a fissare i seguenti articoli da osservarsi in perpetuo dalla nostra Società e vogliamo in primo luogo. Che detta società istituita sotto gli auspici della Serenissima Repubblica di Lucca abbia per Impresa un ramoscello carico di Olive col motto Corroborant, Lucent”.

Una serie di lavori portarono la struttura ad una conformazione molto vicina a quella attuale. Nel 1880 fu aggiunta una terza fila di palchetti, che è stata soppressa nel 1920, e fu costruito il loggione, poi trasformato nell’attuale galleria. Nel 1927 furono eseguiti i decori del soffitto ad opera di Dino Spelta, pittore camaiorese. Dal 1930 al 1942 l’edificio divenne un cinema teatro; fu chiuso nel 1944, in seguito allo scoppio di alcune mine all’interno dell’edificio, che causarono molti danni. Aperto nuovamente per un breve periodo, fu definitivamente chiuso nel 1955.

Dopo una serie di lavori di ristrutturazione, il Teatro dell’Olivo è stato riaperto ai cittadini nel 2003.

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