I RESTI DELLE MURA CASTELLANE (sec. XIV)

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Come testimoniato dai resti delle mura castellane, un tempo il borgo di Camaiore era circondato da una cinta muraria, il cui perimetro si aggirava intorno ai 1470 metri. Per volontà della popolazione camaiorese e con il permesso del Comune di Lucca, le mura furono erette fra il 1374 e il 1381 per proteggere la città dalle continue aggressioni dei mercenari. Nelle Cronache di Lucca datate alla metà del XV secolo, Alessandro Streghi fornisce un’illustrazione della cinta muraria camaiorese e si esprime in questi termini: “In questo tenpo di murar chonpiuto fu il pulito castel di Camaiore: in del settanta suo principio auto e nel settantadue, dice l’altore, che del tutto livro e poi veduto, ch’era sì utile, vi puoseno amore, e ffenevi una nobil rocchetta, che a rrisguardalla ungnun forte diletta”; e, a sottolineare l’utilità difensiva delle mura, aggiunge: “Prima era i’ luogho assai pericoloso per lle campagne che gìano schorrendo; di rubbaria non avevon riposo: poi pur salvati som, chom’io intendo, fine al dì oggi, e d’ongni fortunoso tenpo ch’è stato, se ’l ver ben comprendo, ne sono usciti senpre a salvamento, di lor persona e d’ongni fornimento”.

Secondo il decreto del 1374 e alcuni disegni conservati nell’Archivio Comunale di Camaiore, le mura erano merlate e misuravano circa 8 metri in altezza e 1,20 metri in spessore. Precedute da un profondo fossato difensivo, al di sotto di esse si aprivano i camminamenti, mentre al di sopra si elevavano tredici torrette aperte e sporgenti, sei sul lato settentrionale e sette su quello meridionale. Oggigiorno rimangono in piedi due delle torrette: l’una denominata Torre Orsi, dal nome del proprietario attuale, si trova all’interno di un’abitazione civile; l’altra è inglobata in una cabina ENEL. Entrambe si innalzano al di sopra di uno dei pochi tratti delle mura ancora visibile: quello che si estende per 220 metri dal giardino di palazzo Littorio fin quasi alla Porta Lombricese. Con i suoi 50 metri, un altro, più breve, tratto si colloca in piazza Romboni.

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Per accedere al castello camaiorese si aprivano quattro porte, la cui denominazione era basata sulla posizione geografica: Porta Lucchese, Porta Lombricese, Porta Pedonese e Porta Genovese. Di queste, sopravvive solo Porta Lombricese costruita alla base di una torre merlata. Collocata in fondo a piazza San Bernardino, inoltre, la porta era preceduta da un rivellino dotato di ponte levatoio, eretto nel 1483 e ancora oggi esistente.

Oltre alla cinta muraria, nel decreto lucchese del 1374 si ordinava anche la costruzione di una rocca. La fortezza fu eretta sull’estremo lato orientale delle mura – dove oggi rimane il toponimo contrada la Rocca – ed era formata da un alto procinto di mura e da una torre di circa 30 metri. Nel 1820, con l’apertura della porta dedicata a Maria Luisa, sovrana del piccolo ducato lucchese, la rocca subì modifiche consistenti. Oggi ne rimane solo un tratto visibile dall’orto confinante con il teatro comunale.

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ABBATTIMENTO DELLE MURA

Nel corso del XIX secolo e soprattutto in seguito all’unità d’Italia, prese forma l’idea di un radicale rinnovamento della città che si concretizzò nella richiesta di abbattimento delle mura castellane. Il tratto di mura posto nell’attuale Piazza XXIX Maggio – l’allora Piazza di Piè alla Terra – fu riutilizzato per la costruzione di una stazione di tram a vapore che collegava Camaiore a Viareggio e che rimase attiva fino al 1938. Per la realizzazione della rete tramviaria, ma anche per ragioni ‘estetiche’ un tratto consistente delle mura fino a Porta Genovese fu demolito. Una prova certa data al 17 novembre 1893 l’abbattimento della Porta.

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In seguito agli interventi di demolizione, alcuni resti delle mura castellane sopravvivevano sul lato nord di Piazza XXIX Maggio. Agli inizi degli anni ’30, però, cominciò a delinearsi il progetto per la costruzione di Palazzo Littorio. Nel 1932 il Podestà approvò la demolizione dei resti delle mura per far spazio alla casa del fascio e a breve il palazzo fu eretto e i ruderi di un torrione e di un tratto della cinta muraria furono abbattuti. Nonostante i rimproveri della Soprintendenza dell’arte medievale e moderna della Toscana a cui non era stata chiesta alcuna autorizzazione, le violazioni commesse dall’amministrazione camaiorese rimasero impunite.

 

BIBLIOGRAFIA

 

Gruppo Archeologico Camaiore (a cura di), Camaiore: Dal borgo al castello

Alessandro Streghi, Cronache di Lucca, metà XV secolo, Lucca, Biblioteca statale

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