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La chiesa di San Pietro a Camaiore era un tempo parte di un ampio monastero benedettino fondato lungo la Via Francigena. La prima attestazione documentata dell’edificio risale al 761, nell’atto di elezione di Alamund ad abate del monastero. La fortuna nel tempo di questo monastero è dettata soprattutto dalla sua posizione: la Via Francigena era di fatto uno degli assi stradali più importanti d’Italia, perché collegava Roma a Canterbury (Inghilterra). Per questa sua lunghezza era spesso transitata da commercianti provenienti da tutto il bacino del Mediterraneo e da tutta Europa. In particolare la nostra chiesa era posta sull’asse viario tra Lucca e Luni, città ricche nonché sedi di vescovadi. La Badia si impose presto sul territorio in particolar modo grazie alle cospicue donazioni che riceveva, registrate soprattutto tra 1000 e 1100. Contemporaneamente crebbe anche la potestà temporale dell’abate. Risale al 28 aprile 1180 la bolla con cui papa Alessandro III riceveva sotto la sua diretta protezione il monastero e ne confermava alcuni privilegi, come la possibilità di compiere il rito funebre, la riscossione delle decime e la facoltà di scegliere i preti per officiare nelle chiese e nelle cappelle al di sotto della giurisdizione della Badia. Alla chiesa di San Pietro, infatti, facevano capo San Michele a Camaiore, San Biagio a Lombrici e San Frediano a Pedona, fra le altre. L’abate del monastero godeva anche della magnificenza vescovile portando sia la mitria che il pastorale. Inoltre, aveva l’autorità civile e si occupava di alcune questioni locali come l’approvazione dei signori dei castelli vicini. Ovviamente tutto questo potere non era visto di buon occhio né dai monasteri limitrofi né dal vescovo di Lucca ed era piuttosto comune che avvenissero dispute fra i vari monasteri della zona e quello di Camaiore per la riscossione delle decime.

Nel 1217 a Camaiore comparvero i monaci dell’ordine florense, un ordine monastico fondato da Gioacchino da Fiore a fine XII secolo. Una pergamena, conservata nel Museo d’Arte Sacra a Camaiore, attesta la presenza dell’ordine fino al 1388, facendo quindi coincidere la presenza dei monaci con il periodo di maggior forza economica e politica della Badia. In questo stesso periodo venne realizzato anche l’ampliamento della chiesa primitiva che doveva avere all’incirca le dimensioni dell’odierna chiesa di San Michele. La nuova pianta, che corrisponde a quella attuale, aggiungeva due navate, la zona absidale e la parte bassa della facciata. Il portale d’ingresso conserva ancora oggi la lunetta originaria, mentre gli stipiti sono stati sostituiti.

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Nello stesso periodo il monastero fu dotato di una cinta muraria, di cui oggi rimane solo il portale d’accesso che immette sul sagrato della chiesa. Sulla sommità dell’arco sono ancora oggi visibili le statue dei Santi apostoli Pietro e Paolo e un’epigrafe con probabilmente la data di fondazione delle mura e il simbolo dell’ordine florense. Il chiostro ed il resto del monastero sorgevano a nord, a sud vi era, invece, il cimitero (com’è tuttora). Del monastero rimane il refettorio che, con molta probabilità, era affrescato, come testimoniano le tracce di due figure sulla parete di fondo. Doveva essere affrescato anche l’interno della chiesa, di cui oggi rimangono solo due affreschi raffiguranti Santa Maria Egiziaca e la Madonna della Pietà, rispettivamente sul primo e sul secondo pilastro all’entrata, realizzati verosimilmente dalla scuola giottesca e risalenti al XIV secolo. Quasi certamente anche il resto della chiesa presentava affreschi, ma sono andati perduti a seguito dell’incendio causato dalle truppe di Marco Visconti, al tempo signore di Lucca, nel maggio del 1329. Dal XIV al XVI secolo il monastero passò sotto vari ordini e abati commendatari, fino a che nel 1527 Clemente VII soppresse il monastero e la dignità abbaziale, assegnando tutti i beni all’Ospedale di San Luca di Lucca. 

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Capitello a volute del XIV secolo ritrovato presso il cimitero della Badia, Civico Museo Archeologico

 

Tra il 1856 e il 1859 l’architetto Giuseppe Pardini con un’importante opera di restauro realizzò la sistemazione del paramento murario lungo i lati dell’edificio, l’apertura delle monofore nelle navate minori e la chiusura delle finestre seicentesche. Nel 1902, dopo secoli d’incuria, il campanile e il timpano della chiesa furono completamente ricostruiti. In quell’intervento venne anche inserita la bifora in facciata. Opere di notevole interesse appartenute alla chiesa, oltre a quelle ancora presenti all’interno (tra cui segnaliamo il tabernacolo e l’acquasantiera del XV secolo), sono conservate al Museo d’Arte Sacra di Camaiore. Un capitello a volute del XIV secolo, recuperato presso il cimitero della Badia si trova esposto, invece, al Civico Museo Archeologico.

 

BIBLIOGRAFIA

Bellato, Franco, Camaiore e dintorni, ed. Comune di Camaiore, Viareggio, 1999

Storia e archeologia di un monastero: La Badia di San Pietro a Camaiore, a cura del Gruppo Archeologico Camaiore, Massarosa, 1997

 

 

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